Domenica scorsa lo Spiritual Ensemble è stato coinvolto in un'esperienza nuova ed emozionante...per la prima volta abbiamo cantato all'interno di una grotta. La grotta di San Giovanni d'Antro: un auditorium naturale carico di suggestione e fascino che evoca ricordi di profondi passati ed echi di lontane vicende. Voglio riprendere le parole di Monsignor Gherbezza, vicario dell'arcidiocesi di Udine e celebrante della messa in grotta, per cercare di trasmettere un po' della magia e del pathos che la grotta è in grado di trasmettere. Quello che traspare dall'identità e dalla realtà della grotta è la costante e continua presenza di volti.
Primo fra tutti il volto della natura, la grotta di per se è un ambiente naturale, è come se la roccia che l
a accoglie si sia allargata per farle spazio, non c'è alcun artificio, nessun intervento esterno. E' nata così e basta...e se a questo ci aggiungiamo il lungo sentiero che attraverso la boscaglia porta fino al complesso del castello, una passeggiata a stretto contatto con la natura, in un isolamento che aiuta a compenetrarla; la splendida vista che si gode dall'entrata della grotta, quasi un abbraccio che stringe a se tutta la vallata; il suono dell'acqua che scorre, segnale che la grotta è viva e non è solo una costruzione rocciosa in quanto tale, allora la sensazione di essere a contatto di Madre Natura si fa veramente forte.
Quasi generato dalla stessa contemplazione dell'ambito naturalistico si fa strada il volto di Dio, mano che ha guidato la natura nella creazione di questo gioiello. Non è un caso che in questo recesso sulla montagna abbiano trovato un luogo ideale per le loro meditazioni anacoreti ed eremiti, che in seno alla grotta scoprivano una maggior vicinanza a Dio. E' logica e naturale conseguenza la successiva nascita all'interno della grotta di un vero e proprio luogo di culto attestato già dal nono secolo e che culmina con la costruzione della chiesa, nella sua forma attuale, nel 1477 facendo della grotta un vero e proprio Santuario visitato da moltissim
e persone ogni anno che ricercano la presenza di Dio a stretto contatto con la natura.
Anche volti di uomini, quindi, uomini che hanno scelto la grotta per cercare risposte alle loro domande e uomini che hanno trovato nella grotta aiuto e rifugio. A partire dal neolitico infatti l'antro offriva agli uomini preistorici una dimora ed un riparo. Lo stesso riparo che hanno trovato nelle epoche seguenti gli abitanti delle valli perseguitati dagli invasori che si sono susseguiti sul territorio.
Ed ecco quindi che ci si collega al volto della storia che è passata attraverso le mura della grotta. Antro ha visto il susseguirsi di popolazioni che hanno eletto le grotte a luogo di rifugio e difesa: a partire dai Romani che fecero delle grotte una parte del sistema di vigilanza realizzato dalla Regio X Venetia et Histria a difesa dalle scorribande barbariche provenienti dall'oriente, passando per i Longobardi e le varie popolazioni germaniche che migravano in queste zone., Avari, Goti, franchi, ungari, Turchi, Alemanni fecero spesso di queste zone un campo di battaglia
e di queste vallate la strada obbligata al loro furioso passaggio e alla povera gente del luogo non rimaneva altro rifugio che l'antro inaccessibile. A volte la storia si fonde anche con il mito e la leggenda...si narra di una regina che, assediata, si rifugiasse coi suoi sudditi nella grotta, e dopo molto tempo, non sapendo più come difendersi, gettasse a valle l'ultimo sacco di grano. Scoraggio gli assedianti gridandogli che aveva tanti sacchi di grano quanti erano i chicchi che essi potevano contare. Ma la storia continua e la grotta diventa spettatrice incolpevole delle lotte nel periodo Patriarcale, durante la dominazione veneziana fino ad arrivare alle grandi guerre che scossero la zona e che fecero della grotta rifugio ideale per la resistenza.
Non per ultimo troviamo il volto dell'arte che non solo si esplicita nella opera prima della conformazione naturale del luogo ma anche nelle opere che durante i secoli sono state costruite all'interno di esso. A partire dal quindicesimo secolo, alla luce del ruolo santo che la grotta iniziava ad avere, iniziarono molti lavori di cura artistica primo fra i quali la costruzione della cappella ad opera di Andrej Von Lach. Altrettanto importante a livello artistico è l'altare ligneo che separa la sala della grotta utilizzata come santuario dalla grotta vera e propria ad opera di Luka Šarf (Scharf) (1671 - 1744) membro dell' importante scuola di intagliatori e doratori di altari lignei nata a Caporetto e che operò nella Valle dell’Isonzo, in Friuli e nel Collio.
Infine il motivo per cui siamo stati chiamati a cantare: le tre statue lignee raffiguranti San Giovanni Battista, San Giovanni Evangelista e Santo Stefano che ritornano seppur in copia sull'altare della grotta. Gli originali, trafugati nell'ottobre del 1970 e poi ritrovati casualmente dai carabinieri nella Bassa friulana, sono ora custoditi nel Museo Diocesano di Udine al riparo da possibili furti e nella grotta sono esposte tre copie fedeli intagliate dallo scultore Renato Gentilini di Remanzacco.
Alla fine di questa carrellata di volti vorrei mettere anche il nostro, il volto dello Spiritual Ensemble, sperando che la nostra musica, le nostre voci, il nostro entusiasmo sia diventato un tutt'uno con i volti del passato e del presente ed abbia lasciato un segno nella vita della grotta.
Quasi generato dalla stessa contemplazione dell'ambito naturalistico si fa strada il volto di Dio, mano che ha guidato la natura nella creazione di questo gioiello. Non è un caso che in questo recesso sulla montagna abbiano trovato un luogo ideale per le loro meditazioni anacoreti ed eremiti, che in seno alla grotta scoprivano una maggior vicinanza a Dio. E' logica e naturale conseguenza la successiva nascita all'interno della grotta di un vero e proprio luogo di culto attestato già dal nono secolo e che culmina con la costruzione della chiesa, nella sua forma attuale, nel 1477 facendo della grotta un vero e proprio Santuario visitato da moltissim

Anche volti di uomini, quindi, uomini che hanno scelto la grotta per cercare risposte alle loro domande e uomini che hanno trovato nella grotta aiuto e rifugio. A partire dal neolitico infatti l'antro offriva agli uomini preistorici una dimora ed un riparo. Lo stesso riparo che hanno trovato nelle epoche seguenti gli abitanti delle valli perseguitati dagli invasori che si sono susseguiti sul territorio.
Ed ecco quindi che ci si collega al volto della storia che è passata attraverso le mura della grotta. Antro ha visto il susseguirsi di popolazioni che hanno eletto le grotte a luogo di rifugio e difesa: a partire dai Romani che fecero delle grotte una parte del sistema di vigilanza realizzato dalla Regio X Venetia et Histria a difesa dalle scorribande barbariche provenienti dall'oriente, passando per i Longobardi e le varie popolazioni germaniche che migravano in queste zone., Avari, Goti, franchi, ungari, Turchi, Alemanni fecero spesso di queste zone un campo di battaglia

Non per ultimo troviamo il volto dell'arte che non solo si esplicita nella opera prima della conformazione naturale del luogo ma anche nelle opere che durante i secoli sono state costruite all'interno di esso. A partire dal quindicesimo secolo, alla luce del ruolo santo che la grotta iniziava ad avere, iniziarono molti lavori di cura artistica primo fra i quali la costruzione della cappella ad opera di Andrej Von Lach. Altrettanto importante a livello artistico è l'altare ligneo che separa la sala della grotta utilizzata come santuario dalla grotta vera e propria ad opera di Luka Šarf (Scharf) (1671 - 1744) membro dell' importante scuola di intagliatori e doratori di altari lignei nata a Caporetto e che operò nella Valle dell’Isonzo, in Friuli e nel Collio.

Alla fine di questa carrellata di volti vorrei mettere anche il nostro, il volto dello Spiritual Ensemble, sperando che la nostra musica, le nostre voci, il nostro entusiasmo sia diventato un tutt'uno con i volti del passato e del presente ed abbia lasciato un segno nella vita della grotta.
2 commenti:
Complimenti...grazie alle parole del tuo post mi sembrava davvero di essere ancora lì...
Direi che hai espresso perfettamente l'atmosfera di quel momento. Brava!
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