Free at Last!

Il 28 dicembre 1963 durante la marcia per il lavoro e la libertà davanti al Lincoln Memorial di Washington il reverendo Martin Luther King conclude il suo discorso con le parole "Free at last, free at last, thank God almighty I'm free at last":

E quando lasciamo risuonare la libertà, quando le permettiamo di risuonare da ogni villaggio e da ogni borgo, da ogni stato e da ogni città, acceleriamo anche quel giorno in cui tutti i figli di Dio, neri e bianchi, ebrei e gentili, cattolici e protestanti, sapranno unire le mani e cantare con le parole del vecchio spiritual: “Liberi finalmente, liberi finalmente; grazie Dio Onnipotente, siamo liberi finalmente”.

Le stesse parole, secondo la sua volontà, vengono incise sulla lapide della sua tomba che si trova al centro di una fontana al King Center di Atlanta, in Georgia.

"Sono libero finalmente, grazie Dio sono libero finalmente" grido liberatorio, ma allo stesso tempo straziante di dolore e di speranza di uno schiavo che alla fine ha raggiunto la libertà. E se per gli schiavi di un tempo questa libertà coincideva con la morte (finalmente finiscono i dolori, le cattiverie e le botte del padrone), per Martin Luther King e per tutti coloro che hanno partecipato a quella marcia per i diritii civili è il desiderio di una vita normale, senza che qualcuno decida su che panchine ci si deve sedere e quali scuole si possono o non possono frequentare.

Libero finalmente!

Libero finalmente, libero finalmente
grazie Dio Onnipotente, sono libero finalmente.
Questo è l'anno del Giubileo,
grazie Dio Onnipotente, sono libero finalmente,
quando il mio Signore ha liberato tutta la sua gente,
grazie Dio Onnipotente, sono libero finalmente.
Ho pregato tutta la notte, ho pregato tutto il giorno,
grazie Dio Onnipotente, sono libero finalmente,
fino a che il mio Signore mi ha mostrato la strada,
grazie Dio Onnipotente, sono libero finalmente.
Libero finalmente, libero finalmente
grazie Dio Onnipotente, sono libero finalmente.