mercoledì 13 aprile 2011

Domenica 10 aprile 2011


Anche quest'anno abbiamo l'onore di animare con il nostro canto la Santa Messa degli Angeli in memoria dei giovani scomparsi prematuramente. E' una calda domenica di aprile, una di quelle giornate che ti fa pensare ed assaporare la vita nuova che nasce in ogni sua forma dai fiori ai colori che riempiono nuovamente il paesaggio. Sembra forse stonare con la funzione a cui stiamo per prendere parte mentre invece questo clima ben si sposa con l'idea che dal dolore deve sempre nascere qualcosa di buono. Arriviamo a Gradisca e, come ogni anno, ad attenderci c'è la signora Daniela. Come sempre ci sorride, è contenta di vederci, anche se nei suoi occhi puoi intravedere tutta la tristezza, la disperazione di un genitore che ha perso un figlio. Purtroppo anche stavolta la chiesa è gremita di persone. C'è un'atmosfera particolare...dolore misto a speranza, rabbia mista a rassegnazione, lacrime e sorrisi. Cantare non è facile in queste circostanze. Da un lato cerchi di estraniarti, di pensare ad altro ma poi ti basta uno sguardo fugace a queste persone, ti basta toccare la loro dignità anche nel dolore e capisci che non puoi non sentirti partecipe del loro tormento interiore. Improvvisamente senti dei nomi. Sono i nomi di tutti i ragazzi per i quali siamo qui oggi. Ogni nome è un colpo al cuore. Ad ogni nome il dolore si intensifica e si moltiplica. Invade ogni fibra del tuo essere e non puoi trattenere il pianto......papà, mamme, nonni, amici, piangono il loro Angelo che non c'è più. Anche noi quest'anno, qui, in questa celebrazione, piangiamo il nostro amico ed angelo Alberto che ci ha lasciato troppo presto. Le tue lacrime si mescolano a quelle di persone che non conosci ed in quel preciso istante ti rendi conto che siamo tutti un'unica famiglia. E come in ogni famiglia ognuno deve fare qualcosa per aiutare gli altri. Ed allora inizi a cantare cercando di fare il meglio di sempre, cercando di portare con il tuo canto un alito di leggerezza. Togliere un dolore che non ti permette di respirare, che fa arrancare il cuore è impossibile ma ti sforzi di portare un piccolo barlume di sollievo. Cantare qui ti fa vivere emozioni tra loro in contrapposizione: da un lato ti sembra che la voce non possa e non voglia uscire perché soffocata da un dolore che ti attanaglia nel profondo, dall'altro ti senti pervaso da una fede fortissima che unita alla disperazione ti danno il coraggio di andare avanti sempre e non mettere mai la parola fine. Ogni anno questa S.Messa lascia in noi un segno indelebile... Questa esperienza ti fa ringraziare Dio di non dover fare ogni secondo i conti con un dolore che va contro natura, che ti strappa l'anima, che annienta tutto di te. Ti insegna che la dignità deve essere presente sempre anche quando tocchi il fondo; ti insegna che la fede può essere il bastone a cui appoggiarti quando vacilli, può essere il sollievo e la risposta a molte domande che risposte non hanno. Capisci che veramente “la vita è un brivido che vola via....” ma proprio per questo devi capire che quel brivido devi viverlo meglio che puoi senza smettere mai di lottare.

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