lunedì 8 ottobre 2012

I DIRETTORI

 
"Tutti quanti, mezzo forte, daccapo. Contralti e tenori, pianissimo, da battuta 26. Alla battuta 34 i contralti smettono di cantare e attaccano i soprani, che si fermano alla battuta 37 mantenendo ferma la seconda nota finché non diventano blu."

Immaginate tutte le psicosi di un'intera corda concentrate in una sola persona.
Ecco che avete vagamente idea di cosa sia un direttore di coro. In realtà ci son diverse categorie di direttori anche piuttosto diverse tra loro, ma tutti i direttori (come del resto un po' tutti i membri di un coro) sono personaggi che nessun essere sano di mente frequenterebbe...
Cosa spinge un direttore a mettersi alla guida della banda di pazzi che compone un coro? Tra le varie possibili ragioni:
1.    Una cronica insicurezza (non ha senso vero? Sono d'accordo, eppure...)
2.    I soldi, nel caso siano pagati (il che dimostra che sono davvero fuori di testa)
3.    Il diploma di conservatorio, di cui non sanno bene cosa fare
4.    Il parroco, che insiste per avere un coro
5.    Nel caso siano compositori, l'irresistibile desiderio di costringere qualcuno a cantare i propri "capolavori"
6.    I soprani

Per quanto esistano diverse categorie di direttori anche piuttosto diverse tra loro, due cose le accomunano: il soliloquio direttoriale e la metafora creativa.
Il soliloquio direttoriale è la tipica attività nel quale ama intrattenersi il direttore quando deve riprendere il proprio coro perché sta perdendo tempo; poiché il soliloquio si autoalimenta e, come la fenice, rinasce dalle proprie ceneri, se non interviene un evento esterno a bloccarlo, può durare anche per giorni. Non di rado alcuni coristi chiamano i propri figli con il nome del direttore perché questi sono stati concepiti e venuti alla luce durante un singolo soliloquio direttoriale.
La metafora creativa, invece, è quella speciale branca dell'enigmistica che i direttori utilizzano per cercare di spiegare ai coristi misteriose questioni legate all'interpretazione o alla tecnica vocale ("voglio che questo passaggio sia più scivolato, come quando una zebra maculata cammina sul ghiaccio per le scale", "per respirare immaginate di far uscire l'aria come se spremeste una salsiccia con le mani"©).

Direttori improvvisati
Si tratta di direttori che non hanno una formazione da conservatorio alle spalle. Nella maggior parte dei casi sono messi a dirigere un coro perché non c'è nessun altro minimamente in grado di farlo. Il che ovviamente non garantisce in nessun modo che il nostro direttore improvvisato lo sia. Questo tipo di direttore cerca di arrangiarsi come può nel difficile tentativo di tenere a bada 20-40 coristi furiosi. Nel migliore dei casi fa ricorso a innate doti teatrali e, pur infrangendo in una volta sola tutte le regole fondamentali della direzione corale, riesce in qualche modo a farsi capire. Nel peggiore dei casi si trasforma in un metronomo umano. Nel pessimo dei casi si trasforma in un metronomo umano insicuro.

Direttori da conservatorio
I direttori da conservatorio sono quelli che, appunto, han studiato in conservatorio. Beninteso, non è assolutamente detto che abbiano studiato direzione corale, anzi probabilmente non lo sono, ma han studiato in conservatorio. Il che fondamentalmente si traduce in una serie di battute di dubbio gusto. Probabilmente al conservatorio sono obbligatori dei corsi specifici, perché se c'è una cosa che unisce tutti i direttori d'Italia è il (cattivo) gusto per il doppio senso.
A parte le battutacce, ai direttori da conservatorio piace inserire nei propri discorsi dei termini tecnici, chiaramente inventati, da far passare come concetti musicali raffinatissimi. Il peggio è che a furia di usarli, i direttori si convincono che questi termini vogliano effettivamente dire qualcosa. Alcuni celebri esempi di questi termini:
1.    La supercàzzola
2.    L'emiòlia sesquialta
3.    Il gregoriano del quinto tipo a singhiozzo
4.    Il pianissimo dei bassi
5.    La seconda minore (ovvero l'intervallo che si ascolta quando due tenori cantano la stessa nota)
6.    I "cent" [di semitono] (introdotti solo dopo l'avvento dell'euro)
7.    Il bigfoot
Il direttore da conservatorio, grazie alla sua formazione, aggiunge diverse armi al suo arsenale da direttore e può dunque prodursi in soliloquii direttoriali legati a sottili questioni interpretative di brani austrofinnici della prima metà della tarda primavera del 1747 (con il singolare effetto secondario di un aumento di figli di coristi dai nomi insoliti quali "Emiolia" o "Anacrusico") e metafore creative a sfondo sessuale (grazie al tipico corso di formazione in battute di bassa lega seguito in conservatorio).
 
Il direttore professionista
Il direttore professionista è un direttore che in qualche misterioso modo (che probabilmente puzza di zolfo) riesce a guadagnarsi da vivere facendo il direttore di coro. Se per caso ne incontrate uno (sono una specie piuttosto rara) riuscirete anche ad avere una qualche idea del suo stipendio guardandolo dirigere. La diaria del del direttore, infatti è inversamente proporzionale al suo interesse a dirigere il coro e al suo impegno fisico nel farlo. Direttori particolarmente ben pagati, ad esempio, dirigono cori con lievi cenni del sopracciglio sinistro.Questo singolare fenomeno pare sia dovuto al fatto che la correlazione tra il budget di un coro e le sue capacità sia praticamente nulla...
 
Il direttore per passione
Il direttore per passione è un direttore che vorrebbe fare il direttore professionista, ma scarseggiando l'acqua e non galleggiando la papera (come si dice a Napoli), è costretto a portare a casa la pagnotta in altro modo e a dedicarsi alla direzione corale nel suo tempo libero (o presunto tale).
Cerchiamo di chiarire questo concetto: il direttore di coro dovrebbe essere una persona che ha polso, autorevolezza e soprattutto una capacità di concentrazione e un orecchio tali da riuscire ad isolare ed identificare le magagne dei singoli coristi mentre 25-30 persone cantano contemporaneamente cose diverse. Siccome il direttore per passione ha ben pensato di dedicare la maggior parte della propria formazione ad un mestiere tra i meno redditizi dell'universo (guadagnano meno giusto i matematici, alcuni filosofi e i politici onesti, che però non esistono), è costretto a sbarcare il lunario facendo lavori allucinanti.
Tipo l'insegnante, per dirne una.
Ora, avete presente come ci si sente dopo aver avuto a che fare con una classe di ragazzini (e i loro genitori) per un'intera giornata? Beh, diciamo che alla sera si ha la capacità di concentrazione di un cocainomane e l'orecchio musicale di un ferro da stiro.
Il povero direttore per passione risolve il problema sparando rimproveri e consigli fondamentalmente casuali (o meglio dettati dalle diverse voci che si ritrova nel cervello durante la prova serale), salvo poi contraddirsi durante anche più volte durante il corso della stessa prova.

 
Il direttore aggiornato
Il direttore aggiornato è quel direttore che studia, segue e ricerca tutte le più moderne (il che vuol dire con meno di 70 anni) tecniche di direzione, di preparazione vocale e di didattica della musica. Il direttore aggiornato è talmente entusiasta dell'ultima cosa che ha letto o studiato che non vede l'ora di poterla sperimentare, come il piccolo chimico, sul proprio coro. E così costringe i coristi a strani esercizi che sono una via di mezzo tra lo stretching e il tai-chi, giustificandoli con un soliloquio scientifico-new-age che sembra uscito da un libro di Coelho (mai far sentire la parola "vibrazioni" a un direttore aggiornato). Oppure fa emettere i suoni più improbabili nelle posizioni più insolite, approssimando notevolmente il risultato sonoro di un theremin diesel asmatico. Ma al direttore aggiornato non basta applicare le cose fatte da altri: come uno scienziato pazzo mescola, improvvisa e inventa a sua volta nuovi metodi di tortura con cui deliziarsi alla costante ricerca dell'esercizio definitivo che donerà al suo coro un suono angelico (almeno fino alla fine del riscaldamento vocale, ovverosia fino a quando il coro riprende il suo caratteristico suono da coro-alpino-con-pesante-sbronza-in-baita-di-montagna-quando-fuori-c'è-tormenta). Quando, finalmente, trova un esercizio che appaghi il suo sadico istinto nei confronti del coro, il direttore aggiornato lo utilizza come IL-VERO-E-UNICO-ESERCIZIO da far eseguire come cura di tutti i mali. I bassi stonano? Via con l'Esercizio. I soprani gracchiano? Via con l'Esercizio. I contralti sono senza voce? Via con l'Esercizio. I tenori non capiscono quel che dice il direttore? E vabbe', son tenori, che ci volete fare...
Il tutto va avanti fino a che il nostro direttore legge di un nuovo esercizio praticato dai preparatori vocali di una tribù di cannibali (ma che cantano con armonici fantastici) in Papua Nuova Guinea e la ricerca dell'Esercizio Definitivo ricomincia, in un ciclo senza fine...


(tratto da www.mikosworld.com)

1 commento:

Gigi ha detto...

..."in coro veritas"...