"Tutti quanti, mezzo forte, daccapo.
Contralti e tenori, pianissimo, da battuta 26. Alla battuta 34 i contralti
smettono di cantare e attaccano i soprani, che si fermano alla battuta 37
mantenendo ferma la seconda nota finché non diventano blu."
Immaginate tutte le psicosi di un'intera corda concentrate in una sola persona.
Ecco che avete vagamente idea di cosa sia un direttore di coro. In realtà ci son diverse categorie di direttori anche piuttosto diverse tra loro, ma tutti i direttori (come del resto un po' tutti i membri di un coro) sono personaggi che nessun essere sano di mente frequenterebbe...
Cosa spinge un direttore a mettersi alla guida della banda di pazzi che compone un coro? Tra le varie possibili ragioni:
Immaginate tutte le psicosi di un'intera corda concentrate in una sola persona.
Ecco che avete vagamente idea di cosa sia un direttore di coro. In realtà ci son diverse categorie di direttori anche piuttosto diverse tra loro, ma tutti i direttori (come del resto un po' tutti i membri di un coro) sono personaggi che nessun essere sano di mente frequenterebbe...
Cosa spinge un direttore a mettersi alla guida della banda di pazzi che compone un coro? Tra le varie possibili ragioni:
1. Una cronica insicurezza (non ha senso
vero? Sono d'accordo, eppure...)
2. I soldi, nel caso siano pagati (il
che dimostra che sono davvero fuori di testa)
3. Il diploma di conservatorio, di cui
non sanno bene cosa fare
4. Il parroco, che insiste per avere un
coro
5. Nel caso siano compositori, l'irresistibile
desiderio di costringere qualcuno a cantare i propri "capolavori"
6. I soprani
Per quanto esistano diverse categorie di direttori anche piuttosto diverse tra loro, due cose le accomunano: il soliloquio direttoriale e la metafora creativa.
Per quanto esistano diverse categorie di direttori anche piuttosto diverse tra loro, due cose le accomunano: il soliloquio direttoriale e la metafora creativa.
Il soliloquio direttoriale è la
tipica attività nel quale ama intrattenersi il direttore quando deve riprendere
il proprio coro perché sta perdendo tempo; poiché il soliloquio si autoalimenta
e, come la fenice, rinasce dalle proprie ceneri, se non interviene un evento
esterno a bloccarlo, può durare anche per giorni. Non di rado alcuni coristi
chiamano i propri figli con il nome del direttore perché questi sono stati
concepiti e venuti alla luce durante un singolo soliloquio direttoriale.
La metafora creativa, invece, è
quella speciale branca dell'enigmistica che i direttori utilizzano per cercare
di spiegare ai coristi misteriose questioni legate all'interpretazione o alla
tecnica vocale ("voglio che questo passaggio sia più scivolato, come
quando una zebra maculata cammina sul ghiaccio per le scale", "per
respirare immaginate di far uscire l'aria come se spremeste una salsiccia con
le mani"©).
Direttori improvvisati
Direttori improvvisati
Si tratta di direttori che non hanno una formazione da conservatorio alle
spalle. Nella maggior parte dei casi sono messi a dirigere un coro perché non
c'è nessun altro minimamente in grado di farlo. Il che ovviamente non
garantisce in nessun modo che il nostro direttore improvvisato lo sia. Questo
tipo di direttore cerca di arrangiarsi come può nel difficile tentativo di
tenere a bada 20-40 coristi furiosi. Nel migliore dei casi fa ricorso a innate
doti teatrali e, pur infrangendo in una volta sola tutte le regole fondamentali
della direzione corale, riesce in qualche modo a farsi capire. Nel peggiore dei
casi si trasforma in un metronomo umano. Nel pessimo dei casi si trasforma in
un metronomo umano insicuro.
Direttori da conservatorio
Direttori da conservatorio
I direttori da conservatorio sono quelli che, appunto, han studiato in
conservatorio. Beninteso, non è assolutamente detto che abbiano studiato
direzione corale, anzi probabilmente non lo sono, ma han studiato in
conservatorio. Il che fondamentalmente si traduce in una serie di battute di
dubbio gusto. Probabilmente al conservatorio sono obbligatori dei corsi specifici,
perché se c'è una cosa che unisce tutti i direttori d'Italia è il (cattivo)
gusto per il doppio senso.
A parte le battutacce, ai direttori
da conservatorio piace inserire nei propri discorsi dei termini tecnici,
chiaramente inventati, da far passare come concetti musicali raffinatissimi. Il
peggio è che a furia di usarli, i direttori si convincono che questi termini
vogliano effettivamente dire qualcosa. Alcuni celebri esempi di questi termini:
1. La supercàzzola
2. L'emiòlia sesquialta
3. Il gregoriano del quinto tipo a
singhiozzo
4. Il pianissimo dei bassi
5. La seconda minore (ovvero
l'intervallo che si ascolta quando due tenori cantano la stessa nota)
6. I "cent" [di semitono]
(introdotti solo dopo l'avvento dell'euro)
7. Il bigfoot
Il direttore da conservatorio,
grazie alla sua formazione, aggiunge diverse armi al suo arsenale da direttore
e può dunque prodursi in soliloquii direttoriali legati a sottili questioni
interpretative di brani austrofinnici della prima metà della tarda primavera del
1747 (con il singolare effetto secondario di un aumento di figli di coristi dai
nomi insoliti quali "Emiolia" o "Anacrusico") e metafore
creative a sfondo sessuale (grazie al tipico corso di formazione in battute di
bassa lega seguito in conservatorio).
Il direttore professionista
Il direttore
professionista è un direttore che in qualche misterioso modo (che probabilmente
puzza di zolfo) riesce a guadagnarsi da vivere facendo il direttore di coro. Se
per caso ne incontrate uno (sono una specie piuttosto rara) riuscirete anche ad
avere una qualche idea del suo stipendio guardandolo dirigere. La diaria del
del direttore, infatti è inversamente proporzionale al suo interesse a dirigere
il coro e al suo impegno fisico nel farlo. Direttori particolarmente ben
pagati, ad esempio, dirigono cori con lievi cenni del sopracciglio sinistro.Questo singolare fenomeno pare sia
dovuto al fatto che la correlazione tra il budget di un coro e le sue capacità
sia praticamente nulla...
Il direttore per passione
Il direttore per passione è un direttore che vorrebbe fare il direttore
professionista, ma scarseggiando l'acqua e non galleggiando la papera (come si
dice a Napoli), è costretto a portare a casa la pagnotta in altro modo e a
dedicarsi alla direzione corale nel suo tempo libero (o presunto tale).
Cerchiamo di chiarire questo
concetto: il direttore di coro dovrebbe essere una persona che ha polso,
autorevolezza e soprattutto una capacità di concentrazione e un orecchio tali
da riuscire ad isolare ed identificare le magagne dei singoli coristi mentre
25-30 persone cantano contemporaneamente cose diverse. Siccome il direttore per
passione ha ben pensato di dedicare la maggior parte della propria formazione
ad un mestiere tra i meno redditizi dell'universo (guadagnano meno giusto i
matematici, alcuni filosofi e i politici onesti, che però non esistono), è
costretto a sbarcare il lunario facendo lavori allucinanti.
Tipo l'insegnante, per dirne una.
Tipo l'insegnante, per dirne una.
Ora, avete presente come ci si sente
dopo aver avuto a che fare con una classe di ragazzini (e i loro genitori) per
un'intera giornata? Beh, diciamo che alla sera si ha la capacità di
concentrazione di un cocainomane e l'orecchio musicale di un ferro da stiro.
Il povero direttore per passione risolve il problema sparando rimproveri e consigli fondamentalmente casuali (o meglio dettati dalle diverse voci che si ritrova nel cervello durante la prova serale), salvo poi contraddirsi durante anche più volte durante il corso della stessa prova.
Il povero direttore per passione risolve il problema sparando rimproveri e consigli fondamentalmente casuali (o meglio dettati dalle diverse voci che si ritrova nel cervello durante la prova serale), salvo poi contraddirsi durante anche più volte durante il corso della stessa prova.
Il direttore aggiornato
Il direttore aggiornato è quel direttore che studia, segue e ricerca tutte le
più moderne (il che vuol dire con meno di 70 anni) tecniche di direzione, di
preparazione vocale e di didattica della musica. Il direttore aggiornato è
talmente entusiasta dell'ultima cosa che ha letto o studiato che non vede l'ora
di poterla sperimentare, come il piccolo chimico, sul proprio coro. E così
costringe i coristi a strani esercizi che sono una via di mezzo tra lo
stretching e il tai-chi, giustificandoli con un soliloquio scientifico-new-age
che sembra uscito da un libro di Coelho (mai far sentire la parola
"vibrazioni" a un direttore aggiornato). Oppure fa emettere i suoni
più improbabili nelle posizioni più insolite, approssimando notevolmente il
risultato sonoro di un theremin diesel
asmatico. Ma al direttore aggiornato non basta applicare le cose fatte da
altri: come uno scienziato pazzo mescola, improvvisa e inventa a sua volta
nuovi metodi di tortura con cui deliziarsi alla costante ricerca dell'esercizio
definitivo che donerà al suo coro un suono angelico (almeno fino alla fine del
riscaldamento vocale, ovverosia fino a quando il coro riprende il suo
caratteristico suono da
coro-alpino-con-pesante-sbronza-in-baita-di-montagna-quando-fuori-c'è-tormenta).
Quando, finalmente, trova un esercizio che appaghi il suo sadico istinto nei
confronti del coro, il direttore aggiornato lo utilizza come
IL-VERO-E-UNICO-ESERCIZIO da far eseguire come cura di tutti i mali. I bassi
stonano? Via con l'Esercizio. I soprani gracchiano? Via con l'Esercizio. I
contralti sono senza voce? Via con l'Esercizio. I tenori non capiscono quel che
dice il direttore? E vabbe', son tenori, che ci volete fare...
Il tutto va avanti fino a che il nostro direttore legge di un nuovo esercizio praticato dai preparatori vocali di una tribù di cannibali (ma che cantano con armonici fantastici) in Papua Nuova Guinea e la ricerca dell'Esercizio Definitivo ricomincia, in un ciclo senza fine...
(tratto da www.mikosworld.com)
Il tutto va avanti fino a che il nostro direttore legge di un nuovo esercizio praticato dai preparatori vocali di una tribù di cannibali (ma che cantano con armonici fantastici) in Papua Nuova Guinea e la ricerca dell'Esercizio Definitivo ricomincia, in un ciclo senza fine...
(tratto da www.mikosworld.com)
1 commento:
..."in coro veritas"...
Posta un commento