giovedì 20 novembre 2008

Campanelli natalizi?

Ci stiamo avvicinando al Natale, ormai manca poco più di un mese al fatidico giorno e, per la rubrica iosocosacanto, vi propongo oggi alcune rivelazioni su una canzone che è entrata di prepotenza nel repertorio natalizio ma che con il Natale forse ha poco a che fare, se escludiamo la neve. Ma questo lo scopriremo più avanti.

La canzone di cui parlo è “Jingle Bells” ed il suo autore è tale James Pierpont. L’unica cosa certa è che la canzone è stata pubblicata la prima volta dalla Oliver Ditson & Co. di Boston nell’agosto del 1857 con il titolo “One Horse Open Sleigh”; due anni dopo fu ripubblicata intitolandola “Jingle Bells, or The One Horse Open Sleigh”. In entrambe le occasioni non ebbe una grande successo.
James Pierpont nasce nel Massachusetts, figlio di un ardente abolizionista, il Rev. John Pierpont, pastore unitariano della Hollis Street Church di Boston. Tra il 1845 ed il 1849 James sposa Millicent Cowee da cui ha due figli. Negli anni Cinquanta del secolo, si sposta a Savannah in Georgia per seguire il fratello John che era stato nominato ministro della Savannah’s Unitarian Congregation, lasciando moglie e figli nelle mani del padre. A Savannah, James trovò un incarico come organista e maestro di coro proprio nella chiesa del fratello. Pare che proprio a Savannah, durante l’autunno del 1857, James Pierpont, bramoso di neve nel caldo georgiano, inizia a scrivere dei suoi Natali trascorsi nel New England dove la madre lo aveva mandato in collegio all’età di 10 anni. Sempre nel 1857, dopo la morte della moglie avvenuta l’anno prima, James sposa in seconde nozze la figlia del sindaco di Savannah, Eliza Jane. All’inizio della Guerra Civile americana si unisce alla “Isle of Hope Volunteers of the Confederacy”, il Quinto Reggimento Cavalleggeri della Georgia dove presta servizio come cappellano militare. Dopo la guerra James si sposta con la sua famiglia a Valdosta in Georgia dove insegna musica. Nel 1869 va a Quitman in Florida dove diventa organista della locale chiesa presbiteriana e direttore del dipartimento di musica della Quitman Academy. James Pierpont muore nel 1893 a Winter Haven in Florida. Viene sepolto, secondo il suo volere, nel Laurel Grove Cemetery di Savannah accanto al cognato Thomas ucciso durante la prima battaglia di Bull Run, prima grande battaglia terrestre della guerra di secessione americana. Nel frattempo, nel 1880, il figlio di Pierpont, Juriah, rinnova il copyright di “Jingle Bells”. Ciò che ottenne non fu guadagnare denaro, bensì fece in modo che il nome del padre rimanesse perennemente attaccato alla canzone anche oltre la scadenza del copyright.
Fino qua la presunta verità. Ma ora entriamo nel mondo della leggenda.

Nel 1989 la popolazione di Medford, Massachussets, guidata dal sindaco Michael J. McGlynn, afferma con veemenza che Jingle Bells non è stata scritta a Savannah bensì nella loro cittadina. A supporto della loro tesi i cittadini indicano una targa, applicata sul muro della Simpson Tavern, che riporta come in quel locale James Pierpont abbia scrittola sua famosa canzone. Inoltre pescano anche la carta del testimone oculare; pare che Pierpont abbia composto la melodia nel 1850 suonando sul piano, di proprietà di Mr. William Weber, della Simpons Tavern di fronte a Mrs. Otis Waterman. Alla fine del pezzo la signora Otis rimarca che la canzone è molto natalizia, Pierpont allora scrive le parole ispirandosi alla corsa di un miglio che si svolge tra Medford a Malden Squares su delle slittone chiamate “cutters”.
Il 24 maggio il sindaco di Savannah, Rouskakis, replica con una lettera in cui fa emergere molti buchi nella storia della genesi della canzone come descritta da McGlynn. Innanzitutto nel 1850 Pierpont non era a Medford bensì in California dove stava cercando di far fiorire un negozio di fotografia a San Francisco; inoltre la Simpons Tavern nel 1850 era una pensione e solo più tardi divenne una taverna. Il ricercatore musicale Milton Rahn, confermando la tesi di Rouskakis, afferma che "Jingle Bells" è stata scritta in una casa, ora demolita, localizzata tra Oglethorpe e Whitaker Streets. Probabilmente fu scritta mentre Pierpont era a casa malato ed è riconducibile ai ricordi degli anni infantili trascorsi in New England.
Una versione più popolare riporta che "Jingle Bells" è stata scritta da James Pierpont per il coro dei ragazzini nella chiesa di Boston dove insegnava catechismo, per allietare il giorno del Ringraziamento. La canzone piacque così tanto che fu riproposta anche nel giorno di Natale legandosi indissolubilmente alla tradizione canora natalizia. Quello che lascia qualche dubbio è il testo, non proprio consono in certe parti ad un coro di ragazzi cattolici del tardo Ottocento.

Quello che stravia in questa canzone è, appunto, il testo. Se la vogliamo considerare come appartenente al filone delle carols natalizie non troviamo gli elementi caratteristici che le contraddistinguono. Se da una parte non sono presenti i temi che caratterizzano le carols di stampo prettamente religioso come ad esempio la nascita di Gesù, presente in moltissime della canzoni natalizie quali "God Rest Ye Merry Gentlemen", "The First Noel," "Hark the Herald Angels Sing", dall’altra non troviamo neppure una accenno diretto ed esplicito al Natale chiamiamolo laico come in "White Christmas" o "Santa Claus is Coming to Town." Molte persone ritengono che i campanelli a cui si riferisce il titolo della canzone siano quelli della slitta di Babbo Natale, tesi sostenuta dal fatto che la slitta è citata anche all’interno del testo. Mai cosa più erronea. Consideriamo le affermazioni seguenti. Babbo Natale non “scivola sulla neve” bensì ci vola sopra. Nessun “cavallo” è legato alla sua slitta, lui necessita di otto renne da tiro ben addestrate (Daher, Dancer, Prancer, Vixen, Comet, Cupid, Donder, Blitzen. In italiano Cometa, Fulmine, Donnola, Freccia, Ballerina, Saltarello, Donato, Cupido). Eppoi, va bene che Babbo Natale è sempre di umore molto positivo e che ogni tanto sbotta con la sua tipica risata, ma non me lo vedo proprio a “ridere tutto il tempo”. Inoltre l’immagine di Babbo Natale su una slitta con un’altra persona mentre sghignazza e fa un sacco di casino non mi pare assolutamente plausibile.

"Jingle Bells" si iscrive nel filone delle “sleighing songs”, quelle che si potrebbe definire come “canzoni da gita”, quelle canzoni che si cantano tra amici mentre si ride e ci si diverte. Canzoni di “dash & snow” che venivano cantate lanciandosi a capofitto nella neve con le slitte e quindi non solo nel periodo natalizio, bensì durante tutta la stagione nevosa.

Poco importa però che la canzone sia natalizia o meno, l’importante è la felicità e la serenità che trasmette, così come l’atmosfera di divertimento che da essa traspare.

Scivolando sulla neve, a bordo di una slitta trainata da un cavallo,
attraversiamo i campi, ridendo tutto il tempo.
Appese alla coda del cavallo, le campane ci rallegrano
Com’è divertente andare in slitta e cantare questa notte.

Suonate campane, suonate campane, suonate tutto il tempo
com’è divertente andare in slitta
Suonate campane, suonate tutto il tempo
com’è divertente andare in slitta

Uno o due giorni fa ho pensato di farmi un giro
e subito Fannie Bright si è seduta di fianco a me.
Il cavallo era magro e smilzo e il suo destino sfortunato,
è finito contro un cumulo di neve e ci siamo capovolti.

(Un paio di giorni fa, questa devo proprio raccontarla,
sono uscito sulla neve e sono finito di schiena a terra.
Un signore mi è passato di fianco sulla sua slitta,
si è messo a ridere per come ero disteso e velocemente se n’è andato.)

Ora la terra è bianca, vacci intanto che sei giovane
porta le ragazze stasera e canta questa canzone sulle slitte.
Prendi un cavallo con la coda mozza che fa un miglio in due minuti e quaranta secondi,
poi attaccalo ad una slitta ed ecco: sei al comando!

2 commenti:

arianna ha detto...

....aaaaaaaaaaaaaaaaaaand?

Anonimo ha detto...

della serie io non sapevo mica cosa cantavo.....