martedì 9 dicembre 2008

Nimis

"Spalle al muro,
Quando gli anni, son fucili contro,
Qualche piega, sulla pelle tua,
I pensieri tolgono, il posto alle parole,
Sguardi bassi alla paura, di ritrovarsi soli.
E la curva dei tuoi giorni, non è più in salita,
Scendi piano, dai ricordi in giù,
Lasceranno che i tuoi passi, sembrino più lenti,
Disperatamente al margine, di tutte le correnti."

Nel 1991 dal palco del Teatro Ariston di Sanremo, Renato Zero iniziava così la canzone "Spalle al muro" canzone scritta da Mariella Nava e dedicata al lento declino dell'età dell'uomo. Canzone di grande impatto emotivo, soprattutto per la costante e reiterata presenza nel testo della parola "Vecchio" che fa di questo brano un icona della difesa dell'anzianità vista come fase importante della vita, come somma di tutta una vita di esperienze da ricordare e da rivivere con le emozioni ed i sentimenti, piuttosto che come inutile ed ingombrante peso da portare. Con parole semplici eppur taglienti come coltelli affilati, la canzone sottolinea il costante appellativo che la gioventù moderna fa alle persone anziane: quella parola, vecchio, urlata senza conoscere e senza capire ciò che sta al di là di quegli occhi solo apparentemente spenti, al di là di quei visi segnati dalle cicatrici del tempo, al di là di quelle mani tremanti bisognose di una carezza, al di là di quei corpi specchi di cose fatte e subite.
Noi stiamo provando a capire e a conoscere, noi ci siamo imbattuti in quegli occhi in cui puoi scorgere un'anima che grida dal profondo, noi abbiamo sorriso a quei volti su cui puoi leggere le frasi e le testimonianze di un'esistenza, noi abbiamo visto quelle mani ancora cariche di amore da dare e da ricevere, noi siamo stati accanto a quei corpi pieni di vita a cui solo gli ostacoli della malattia pongono un freno. Noi c'eravamo.
Ormai è il terzo anno che andiamo a Nimis in provincia di Udine, alla Casa di Riposo "Villa Nimis", ed anche domenica 07 dicembre ci siamo stati....ed è meraviglioso sapere che sono proprio gli ospiti della struttura che ci vogliono e che ci aspettano, vuol dire che con quel poco che facciamo, in fondo che cos'è un ora di musica rispetto al vissuto delle persone che andiamo ad allietare, riusciamo a colpire la loro anima, il loro cuore e la loro mente.
Abbiamo visto occhi illuminarsi al suono della musica, abbiamo visto mani muoversi al ritmo della musica, abbiamo visto volti rapiti dall'energia della musica, abbiamo visto persone dimenticarsi per un momento della solitudine e della disperazione, della fatica e del dolore, abbiamo visto quanto poco si sta a fare felice una persona, una persona che non si dimenticherà mai di te e tu non ti dimenticherai mai di lei, abbiamo visto quanto si può fare pur non facendo nulla, abbiamo visto quanto si può dare a coloro che un sorriso non è solo un sorriso, ma una finestra aperta sul mondo, a coloro che una stretta di mano non è solo una stretta di mano ma un àncora che ti lega alla vita, a coloro che una parola scambiata non è solo una parola scambiata ma è energia che fluisce e che ti va sentire vivo.
Non ci sono parole per descrivere le sensazioni che si provano cantando a Nimis: l'atmosfera di attesa che aleggia nella sala già prima che noi arriviamo, l'attenzione con cui viene seguito tutto il concerto, la gioia e la felicità che accomuna tutti, la tristezza che colpisce quando tutto è finito e quando mestamente le persone se ne vanno dalla sala, tristezza che però si trasforma in speranza, la speranza di poterci rivedere tutti la prossima volta.
Le parole del cuore e dell'anima degli ospiti della Casa di Riposo di Nimis si possono racchiudere nelle frasi che Aurora, angelo disponibile e presente, ci ha rivolto:

"Dal primo giorno che vi ho conosciuti è stato bellissimo, perchè questo? Perchè sapete trasmettere, comunicare il significato delle canzoni attraverso le vostre splendide voci, il talento della gestualità, il sorriso e per finire il gruppo unito, siete fantastici. Con infinita stima, l'animatrice dalla casa di riposo di Nimis, Aurora."

3 commenti:

arianna ha detto...

E' sempre un'emozione fortissima cantare per loro...per loro in cui rivedo i miei nonni...e mi sembra di sentirli un po' più vicino...

Unknown ha detto...

.....posso solo associarmi a cio' che ha detto arianna....questa esperienza ti fa sentire un pochino utile e ti fa capire quanto alla fine tu sia fortunato.........

Anonimo ha detto...

avete ragione!
La prima volta che sono venuta a cantare con voi a Nimis ho fatto fatica a non piangere. Vedi la tristezza e la solitudine nei loro occhi e hai la presunzione quando mentre canti li vedi sorridere di aver portato nel loro cuore anche se per poco tempo un pò di gioia e serenità
Cantare per loro è una cosa che ti da molto e sono felice di averlo potuto fare anche quest'anno